Il museo speleologico, il museo del Santuario e i quadri votivi sono tre allestimenti diversi ospitati in un unico ambiente ma abbiamo voluto distinguerli sul sito ufficiale del Santuario del Gazzo per agevolare la visita virtuale di coloro che stanno visitando il Santuario utilizzando questo sito web.
Il Museo di Speleologia Monte Gazzo è nato nel 1968 per iniziativa del Gruppo Speleologico del CAI di Bolzaneto (Genova) e dello Speleo Club di Pegli con la finalità di realizzare un museo delle grotte per preservare una testimonianza anche fisica delle numerose cavità del monte, poiché tante sarebbero andate distrutte negli anni successivi a causa dello sfruttamento del sottosuolo da parte delle cave a cielo aperto che purtroppo hanno eroso buona parte del Monte.
Oggi le grotte risparmiate dalle cave sono la grotta del Rospo, la grotta del Falco, l'antro delle marmitte, la grotta Silvio Daneri e la grotta dello scrigno. Tutte queste cavità risultano accessibili solo agli speleologi ma per far godere a tutti coloro che non lo sono in questo museo si sono riprodotti i rilievi, i plastici e alcuni reperti significativi.
Non tutti i reperti esposti provengono dalle cavità ancora esistenti ma anche da quelle distrutte che prima della loro trasformazione in pietre da costruzione sono state spogliate di tutto ciò che si poteva recuperare anche e soprattutto a fini didattici e di testimonianza.
La visita al Museo...
Appena entrati si è accolti dal plastico del Monte Gazzo realizzato in scala 1:1000 delle dimensioni di circa 170x100 cm. Un pratico pannello anteriore riporta la legenda per una rapida e agevole comprensione di tutte le località intorno.
Il Monte Gazzo è formato da roccia calcarea e i curatori del Museo con alcune stalattiti e stalagmiti , sempre recuperate dalle grotte poi distrutte, hanno ricreato un angolo di grotta a grandezza naturale del tutto identico ad una grotta vera.
Numerose sono le spiegazioni e i plastici che spiegano come si formano le grotte, la nascita delle concrezioni, gli animali che abitano questi anfratti e quelli che li hanno abitati milioni di anni fa.
Si trovano infatti oltre a diversi appunti sulla paleontologia anche uno scheletro quasi completo di orso delle caverne e il cranio della tigre dai denti a sciabola che sono venuti alla luce a seguito della distruzione di una caverna del fronte Nord.
In un angolo è stato riprodotto, in scala, un antico forno per la cottura della calce e vi sono alcune spiegazioni sulla tecnica usata per ricavare tale materiale da costruzione, essenziale per l'edilizia.
Lo spaccato del "Buranco delle strie" ovvero in italiano "Abisso delle streghe" perfettamente in scala e con la riproduzione degli speleologi che lo esplorano ci fa rivivere lo spirito di questi appassionati delle cavità. Per cercare di immedesimarci virtualmente in uno speleologo abbiamo creato un piccolo video come se discendessimo nel Buranco sino al fondo e poi lo risalissimo.
E dopo il video potete dare un'occhiata ad una selezione di immagini cliccando sulle pagine sottostanti...